UN’IDEA … A MISURA D’UOMO
Guardando il nostro borgo attraverso le fotografie che via via abbiamo scattato durante i tanti momenti vissuti, rimango io stesso sorpreso dalla mole di lavoro che ho dedicato alla sua ristrutturazione, come se improvvisamente vedessi il tutto dal di fuori, con gli occhi stupiti di uno dei tanti visitatori.
In effetti in questi anni non ho mai quantificato lo sforzo che avrei dovuto fare o che avevo fatto nel raggiungere l’obiettivo che mi ero preposto: sicuramente esso mi è sempre stato chiaro, forte com’ero dell’idea che era alla base dei miei progetti.
Questa, credo, sia stata la mia, la nostra forza: una idea precisa, un obiettivo da perseguire, un risultato da ottenere.
Però se fossero solo queste le motivazioni sul come sia stato possibile arrivare a ciò, il tutto apparirebbe molto pragmatico e privo di sentimento, uno sforzo fine a se stesso.
Infatti l’idea che ci ha accompagnato fino ad ora non ha mai voluto sottomettere quella che era l’anima della casa, del borgo e quindi lo spirito costruttivo che ne era alla base, frutto del pensiero di chi l’ha costruito ed abitato nei secoli precedenti.
Abbiamo operato sempre nel
rispetto dell’identità del borgo, scoprendone via via i suoi
segreti e la sua storia. Forse ci siamo tanto immedesimati
nelle esigenze di vita ed abitative del borgo che certe
soluzioni ci sono apparse sempre più chiare e, in un certo
senso, quasi ovvie. Mi piace pensare che il borgo stesso,
ricambiando in qualche modo il rispetto gli che avevamo
riservato, si sia lasciato scoprire pian piano, regalandoci
ogni tanto qualche piccolo dono, da leggere nelle sue
murature, nelle sue nicchie o nei suoi passaggi mai
scoperti. Ecco che l’idea iniziale, la mia idea, in questi
momenti si fonde in un tutt’uno con l’idea di chi ha vissuto prima, facendo scorrere nel tempo le sensazioni, le scelte, i momenti di una e di tante vite che hanno caratterizzato e caratterizzano, dopo tutto, il nostro modo di vivere e soprattutto le nostre tradizioni.
Il risultato però non può solo dipendere da tale pensiero ma invece deve rendere sicuramente merito soprattutto alla mia famiglia, mia moglie Stefania e i mie figli, Michele Lucia Elena e Matteo, i quali sono sempre stati, nella loro unità, dedizione, sforzo e rinunce, comunque un punto di forza, un vincolo imprescindibile con cui condividere i bei momenti ed i successi, ma anche le fatiche, le contrarietà e soprattutto le delusioni.
Si perché ci sono ed arrivano anche quelle, esse fanno comunque parte di tutte le esperienze, danno più vigore allo spirito e temprano in previsione di momenti ancor più difficili ma soprattutto contribuiscono a comprendere quanto l’esempio sia di speranza per intraprendere una strada sicuramente ricca di incognite, ma affrontata seguendo una propria idea, uno stile di vita, una continuità di vita.
Nel mio caso, anzi, nel nostro, la speranza è che questa nostra scelta possa rivivere e riemergere nel pensiero di noi tutti che viviamo in questa favolosa terra che è l‘Italia, ricca di storia, tradizioni e piccoli ma splendidi gioielli che aspettano solo di essere capiti e riportati alla luce, nella giusta collocazione che ad essi spetta.
Mario Gallerani
